Il tempo e il racconto del Giubileo Ordinario si origina nel 1300 quando un movimento spontaneo e continuo di pellegrini, proveniente da ogni luogo, si recò in pellegrinaggio alle basiliche degli apostoli Pietro e Paolo, chiedendo l’indulgenza plenaria. I pellegrini erano motivati dalla credenza medievale sui numeri che riteneva l’anno 1300, il tredicesimo centenario della nascita di Gesù Cristo, come il termine delle tredici generazioni, quale era dello Spirito in cui si avrebbe avuto amore e pace universale.

«Bonifacio VIII, 1300 - I Papi e gli Anni Santi, 1998» Questo scenario non aveva precedenti storici. Il papa Bonifacio VIII chiamò i suoi consiglieri, tra cui il beato Andrea Conti di Piglio ofm (1240-1302) che esaminò l’Indulgenza della Porziuncola, concessa a San Francesco d’Assisi (2 agosto 1216), e la Perdonanza Celestiana “Inter Sanctorum Solemnia” del 1294, concessa da Celestino V per la chiesa di Santa Maria di Collemaggio (L’Aquila), e concesse l’Indulgenza. La Bolla “Antiquorum Habet”, scritta il 22 febbraio, fu retrodata al 24 dicembre 1299 come “Anno Centenario” e fu letta dallo stesso pontefice. Scritta a mano e poi sul marmo, fu esposta nella Basilica di San Giovanni in Laterano, come ricorda l’affresco dipinto sulla parete e ritenuto opera di Giotto. Per ottenere l’indulgenza occorreva visitare le basiliche degli apostoli per 36 volte se romani e 15 volte se forestieri (disposizioni in uso fino al 1875). Questo fu il primo Giubileo, cantato da Dante (1265-1321) nella Divina Commedia, raccontato dai cronisti del tempo, dal cardinale Jacopo Gaetano Stefaneschi e dal canonista Jean Lemoyne. Alcune affermazioni: Cammina l’Ibero insieme al Cimbro, con il Britanno, col greco, con lo Svevo dalla fulvia chioma Francesco Petrarca (1304-74) Tanta la moltitudine che per Roma mai ve ne fo tanta Buccio di Ranallo (1294-1363) Andovi grandissimo numero d’oltremontano e nostrali Matteo Palmieri (1406-75) I pellegrini per tutte le vigne stavano a dormire Paolo del Mastro (primo decennio del sec. XV-1486) Gran parte dei cristiani che allora vivevano, feciono il detto pellegrinaggio così femmine come uomini, di lontani e diversi paesi e di lungi e dappresso. E fu lo più mirabil cosa che mai si vedesse Giovanni Villani (1280-1348)
Roma in quel tempo aveva 16.000 abitanti ma i pellegrini portarono, con la loro presenza (stimata), ad un numero dieci volte superiore.




«Rappresentazione di Roma nel XIV secolo» Il pontefice pensava ad una cadenza secolare dell’Indulgenza ma ben presto ci si rese conto che l’intervallo era troppo ampio. Nel 1343 si formò una delegazione composta per la maggior parte da romani, tra cui Francesco Petrarca e Cola di Rienzo, i quali esercitarono pressioni su Clemente VI affinché il termine fosse abbreviato a cinquanta anni, per dare a tutti la possibilità di fruire di quel dono prezioso che è il perdono giubilare. La richiesta venne accolta ed infatti già il 27 gennaio 1343 Clemente VI, anche se ad Avignone (1305-77) ma con l’intento di ritornare a Roma, pubblicò la Bolla “Unigenitus Dei Filius” con la quale la cadenza diventava cinquantennale (avvicinandolo alla cadenza giudaica, Levitico 25).




«Clemente VI, 1350 - I Papi e gli Anni Santi, 1998» Alle due basiliche degli apostoli fu unita la basilica di San Giovanni in Laterano, la prima costruita nell’Urbe e sede della cattedra del vescovo di Roma. Il Giubileo si svolse nel 1350 dopo che Roma aveva subito due momenti drammatici: la peste del 1348 e il terremoto del 1349. Tra i pellegrini di questo secondo giubileo c’è il Petrarca, Buccio di Ranallo e la svedese Santa Brigida Persson (1303-73) che, colpita dallo squallore di Roma, si ritira a Farfa. Tra i suoi scritti ci sono le profezie sul ritorno del papa a Roma “Revelationes”. Il papa è ad Avignone ed è rappresentato dal cardinale Annibaldo di Ceccano. I pellegrini possono accedere alle reliquie custodite nella Basilica di San Pietro ed in modo particolare alla visione della Veronica, un telo di stoffa con la sagoma del volto di Cristo: “la Vera Icona” di cui sono testimoni Dante e Petrarca.




«Bonifacio IX, 1390/1400 - I Papi e gli Anni Santi, 1998» Successivamente, Urbano VI (1378-89), che si vedeva contrastato dall’antipapa Clemente VII nel clima del grande scisma d’Occidente (1378-1417), modificò la nuova successione degli anni giubilari per cui nell’aprile 1389, senza aspettare la scadenza del 1400, anticipò il giubileo al 1390. Questo gesto fu per richiamare su Roma l’attenzione del mondo cristiano distogliendola dalla città di Avignone dove i papi hanno soggiornato per settanta anni. Anche se un ulteriore motivo era quello di voler ricordare gli anni terreni di Gesù, riducendo quindi i cinquanta anni della tradizione ebraica ai trentatré cristiani (ma in realtà quei trentatré anni erano già passati dall’ultimo giubileo). La bolla è la “Salvator noster Unigenitus” dell’8 aprile 1389 che unisce alle tre basiliche la quarta, Santa Maria Maggiore. A causa dell'improvvisa morte di Urbano VI (15 ottobre 1389), l'Anno della Redenzione fu celebrato dal suo successore Bonifacio IX (1389-1404).




«Bolla di Indizione Antiquorum habet fida - Bonifacio VIII - 1300»
Letture consigliate
AA.VV., I giubilei nella storia della Chiesa (atti 23-26 giugno 1999 Pontificio Comitato Scienze Storiche), Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 2001
AA.VV., L’Europa dei pellegrini (atti 5-9 settembre 2000 Università Cattolica Sacro Cuore - Fondazione Ambrosiana Paolo VI), Fondazione Paolo VI, Varese, 2004
AA.VV., La storia dei giubilei: 1300-1423 volume I, Giunti Editore, Milano, 2000
FRUGONI A., Pellegrini a Roma nel 1300 cronache del primo giubileo, Piemme, Milano, 1999
GLICORA F. – CATANZARO B., Anni santi. I giubilei dal 1300 al 2000, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 1996
Approfondimenti
Antiquorum habet - I Giubilei nella storia di Roma attraverso le raccolte librarie e documentarie del Senato (mostra virtuale)