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LA VIA CRUCIS

2025-03-06 14:20

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8° Centenario San Francesco d'Assisi, culto, crocifisso, stazioni, via crucis, dogma, concilio, catechesi, vangelo, processione, passione,

LA VIA CRUCIS

San Francesco d’Assisi (1182-1226) recitava un suo ufficio personale e quotidiano della via crucis e diceva ai frati di erigere croci. La sua vita si identifica con la croce e il crocifisso: il crocifisso di San Damiano, l’abito a forma di croce e il tau con cui egli amava firmare le lettere e le benedizioni. Nel 1220 i francescani diffusero la devozione alle sette parole di Gesù in croce e nel 1337, per ricordare le stimmate di Gesù e Francesco, i frati diffusero la devozione delle cinque piaghe.


Il terreno dove sorge la Basilica di San Francesco ad Assisi, donata al papa, si chiamava “la valle dell’inferno” perché luogo di esecuzione per ladri e malfattori, ma da allora si chiama “nuova Gerusalemme” e San Francesco “alter Christus”.


Sant’Antonio da Padova (1195-1231) nel suo Breve diceva



Ecce Crucem Domini! Ecco la Croce del Signore!
Fugite partes adversae! Fuggite forze nemiche!
Vicit Leo de tribu Juda,  Ha vinto il Leone di Giuda,
Radix David! Alleluia!     La radice di Davide! Alleluia!

San Bonaventura da Bagnoregio (1217-74) dichiarava che 


non c’è esercizio di pietà che cagioni effetti più nobili di santità, quanto l’esercizio della via crucis.

Chiara Lubich affermava


Per me c’è solo Cristo, Cristo crocifisso. Il suo dolore è mio.

J.H. Newman sostiene che la passione redentrice di Gesù fu portata dal corpo all’anima.


Con la “custodia di Terra Santa”, ricevuta ufficialmente nel 1342, i francescani istituzionalizzavano la via crucis erigendola all’interno della chiesa che ne avevano la cura. 


In Terra Santa già dal V secolo si faceva memoria della via della Madre, cioè il pellegrinaggio di Maria ai luoghi della Passione e della resurrezione di Gesù cristo.


Nel secolo XV, all’interno delle chiese, si allestiscono “i sepolcri” e si inizia la costruzione dei “calvari o sacri monti” e dei luoghi sacri: colonne, edicole, sculture, immagini. Nei secoli successivi XVI-XVII oltre le immagini dipinte (tele o tavole o strumenti della Passione) che ricordano la Passione sono portate in processione (detti anche “i misteri”) ed inizia un dibattito sulle stazioni a motivo dei primi libri stampati.


Con l’istituzione dei conventi francescani di “ritiro” (secolo XVII) la via crucis costituisce il perno centrale della spiritualità: con la croce in spalla si effettua il cammino alle stazioni della via crucis (si recita la giaculatoria: Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo). A questo pio esercizio si legherà l’applicazione dell’indulgenza che ebbero il suo apostolo in San Leonardo da Porto Maurizio (1676-1751).




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«Stazioni della Via Crucis presso la Chiesa di Notre-Dame-des-Champs, Avranches, Francia»


Con il Breve Cum tanta sit del 30 agosto 1741, Benedetto XIV indica che la via crucis sia propagata a tutto il mondo e nell’apostolato di San Leonardo diventa una “missione perpetua”. Il merito di San Leonardo fu quello di portare la via crucis dall’interno all’esterno della chiesa e di aver determinato in quattordici stazioni la sua struttura (ci furono casi che le stazioni erano 33 come gli anni della vita terrena di Gesù). Con lui diventa anche uno strumento di catechesi: lettura del vangelo, meditazione, preghiera e contemplazione. La partecipazione alla Passione di Gesù intendeva maturare la conversione di vita (preghiera, penitenza, perdono): sua è la pratica delle tre ave Maria, erigere la croce dove vi era la missione, promuovere un'associazione per il culto di Gesù (rito della settimana santa) e dell’Addolorata (i sette dolori: il sepolcro, l’essere strappata a forza dal sepolcro, la strada del ritorno passa sotto la croce, vede indifferenza e disprezzo, il vuoto nel rientrare in casa, il ripensare a quanto accaduto, in attesa e nella speranza della resurrezione). San Leonardo preannunciò il dogma dell’Immacolata Concezione e la sua via crucis al Colosseo del 1750 fu ripresa, dopo la sospensione, da Paolo VI nel 1964 durante il Concilio Vaticano II, da allora con commenti e meditazioni è trasmessa attraverso i canali dei mass-media.


Nel 1931 alla vigilia del Giubileo della Redenzione (1933) Pio XI stabilì definitivamente che la via crucis fosse eretta in ogni chiesa ed oratorio.


La via crucis alimenta la pietà popolare attraverso processioni e rappresentazione della Passione nella Settimana Santa: Sezze, Contigliano, Vallepietra, Enna, Trapani solo per citare alcuni luoghi. Ha ispirato artisti come Piero della Francesca (la flagellazione), Francis Bacon (la crocifissione), Velasquez (Cristo crocifisso), Veronese, Grünewald, Lorenzo da Viterbo, Masaccio, Donatello (la deposizione), Raffaello, Sansovino (crucifix), Michelangelo (la pietà), Perugino, Bellini, Tiziano, Sebastiano del Piombo, Bellini Giovanni (la resurrezione), Janos Hajnal (le vetrate a grisaille) o le piastrelle policrome di Lorenzo Ferri per le stazioni della via crucis.



Letture consigliate


Bellarmino R., Le sette parole di Gesù Cristo in croce, Venezia, 1802


Bonetti I., Le Stimmate della Passione: dottrina e storia della devozione alle Cinque Piaghe, Rovigo , 1952


Petrocchi G., Racconto della passione di Gesù, Editrice Ave, Roma, 1947


Sdringola P. ofm, Via crucis con San Francesco, Editore Porziuncola, Città di Castello, 2001


Vaiani C. ofm, La via crucis di san Leonardo da Porto Maurizio, Editore Glossa, Milano, 2003


Zedelgen A., Saggio storico sulla devozione alla via crucis, Piemme editore, Casale Monferrato, 2004