Matteo Ajassa (Villanova d’Asti 10.2.1925 - Roma 6.7.2004) è stato un amico dell’Istituto di Studi Sabini. Con lui abbiamo condiviso storia, cultura, comunicazione e francescanesimo. Laureato in teologia alla Pontificia Università Lateranense, inizia il suo cammino con collaborazioni giornalistiche per avviarsi poi verso l’associazionismo cattolico. Dirige l’ufficio stampa della Gioventù Italiana di Azione Cattolica (GIAC) e poi l’ufficio studi del movimento studenti e professionisti. Nel 1960 è nominato segretario dell’Ente dello Spettacolo che lo orienta verso il mondo della comunicazione: consigliere dell’Ente Gestione Cinema e della Biennale di Venezia, direttore della rivista CINECIRCOLI e collaboratore della rivista mensile Il Nostro Cinema. Scrive sulla Rivista del Cinematografo. Nel 1962 è chiamato alla Pontificia Università Urbaniana di cui sarà fondatore-direttore del Centro Comunicazioni Sociali per 35 anni. Promotore di corsi di formazione su Teologia e Comunicazione, ha scritto sul quotidiano L’Osservatore Romano e collaborato con vari enti, tra essi la Rai, la CEI, la Lumsa, l’Associazione Cattolica Esercenti Cinema (ACEC) e il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. Persona semplice, buona, umile, colta, disposta sempre all’ascolto e al dialogo. Era terziario ed affiliato francescano.

«Matteo Ajassa - foto d'archivio» Ci ha lasciato pubblicazioni in cui analizza le relazioni della comunicazione con temi ancora di attualità, tra queste: L’originale e la copia, Lief, Vicenza, 1983; Le comunicazioni sociali: nuova terra di missione, Icef, Aq, 1993. Nei suoi lavori la cultura è essenzialmente promozione dell’uomo e nelle sue lezioni accademiche, con il vangelo aperto sulla cattedra, amava ripetere: “Lo scavo sociologico non basta, né basta lo scavo psicologico. Ci vuole lo scavo filosofico e sopra ogni cosa lo scavo teologico. E il luogo teologico è il luogo che si apre sull’anima”. Lo ricordiamo con stima, con affetto, con gratitudine e rispetto per il dono dell’amicizia e per quanto si deve ad un maestro, ad un testimone della comunicazione nella prospettiva missionaria che ha cercato nuove vie per venire incontro alle giovani generazioni ed aprire alla “cultura del servizio”. Con lui abbiamo parlato della Sabina, della figura e dell’opera di Lamberto Vignoli (Scandriglia 1878 - Roma 1941), dei missionari francescani sabini, dei cardinali con il titolo della Diocesi Sabina (Rossi, Pironio, Neves, Re), della reliquia del martire sabino Giacinto donata al Collegio Urbano dal beato Pio IX, di quel grande allievo di questo collegio che fu il beato abate Columba Marmion osb (1858-1923) e di quell’antologia di suoi scritti che abbiamo donato alla biblioteca di Farfa. Con Matteo abbiamo studiato il linguaggio dei francescani, come San Francesco e Sant’Antonio da Padova o di San Bernardino da Siena, per citarne alcuni. Grazie a Matteo abbiamo scoperto il pensiero del grande San J.H. Newman (1801-1890). Lo abbiamo ricordato con un articolo sull’Osservatore Romano del 21 settembre 2004.