LE STIMMATE

Francesco d’Assisi pensò di ritirarsi in un luogo selvaggio e isolato, nell’Appennino toscano, nella Valle del Casentino, che anni prima aveva ricevuto in dono dal conte Orlando di Chiusi: il Monte della Verna (Arezzo). 

Era accompagnato da Masseo, Angelo Tancredi e Leone. 

Qui trascorse una quaresima, un periodo di circa quaranta giorni, dalla festa dell’Assunta alla festa di San Michele Arcangelo. La quaresima era con pane ed acqua, disciplina con grande astinenza e asprezza, macerando il corpo e combattimenti coi demoni. 

Tra le rocce e i boschi Francesco pregava, apriva il libro del Vangelo ed ogni volta leggeva l’annuncio della passione che Gesù fece ai suoi discepoli. 

Fu allora che Francesco capì che doveva entrare in maniera più profonda nel mistero della croce di Cristo e pertanto chiese al Signore di provare nell’anima e nel corpo lo stesso dolore e lo stesso amore che aveva provato nell’ora suprema della sua morte in croce.

Fu così che intorno alla festa dell’esaltazione della Santa Croce, si compì un evento straordinario.

Tommaso da Celano, suo biografo, racconta che Francesco vide un uomo in forma di serafino con sei ali confitto a una croce. Sebbene non riuscisse a capire il significato di quella visione, nelle sue mani e nei suoi piedi comparvero gli stessi segni dei chiodi che aveva visto nel serafino crocifisso. Francesco era stato segnato dalle stimmate di Cristo, tanto che poteva affermare quello che l’apostolo Paolo scrive ai Galati: 

Non sono più io che vivo ma Cristo vive in me. 

Francesco tra gioia e dolore viveva nella sua carne la Pasqua del Signore. 

Dopo quell’esperienza, Francesco cantò lode al Signore: 

Tu sei santo, Signore solo Dio, che compi meraviglie. 

Tu sei forte, Tu sei grande, Tu sei altissimo, [ CONTINUA ]

Dal Vangelo sappiamo che Gesù risorto mostra le sue stimmate ai discepoli. L’umanità di Gesù risorto e asceso al cielo resta piagata, per presentare al Padre l’amore donato e così intercedere in eterno per noi. Le piaghe non emettono dolore e sangue ma gloria e amore. Ciò che in terra fu passione, in cielo è gloria. Guardando le piaghe del Risorto troviamo il senso di tutte le piaghe della nostra vita. Le piaghe del Crocifisso chiamano a conversione, effondono salvezza e giudicano la storia.

Padre Cristoforo Amanzi ofm (1955-2021) scrive:

Cosa dobbiamo imparare noi da tutto ciò? Anzitutto le stimmate di Francesco devono condurci alle stimmate di Gesù, devono condurci lì, sul Golgota, ove è espresso in pienezza la donazione di questo Dio che per noi è disposto a tutto, persino ad immolarsi ogni giorno sull’altare, perché, nell’amore, ogni giorno nella santa Messa, si analizzi l’esperienza del Golgota. Quindi quando contempliamo le ferite di Gesù, contempliamo il suo amore, un amore senza confini, per tutti e per ciascuno.

Francesco lasciò la Verna verso Assisi e la gente lo saluta con rami di ulivo. Francesco è sopra un somarello perché non riesce a camminare. Egli nasconde le ferite con maniche e tonaca lunga ai piedi ma la gente vede.

Santuario francescano a La Vernajpeg
«Santuario della Verna - Chiusi della Verna (AR)»

Francesco non volle rimedio o medicina perché non fosse mitigato il dolore della passione di Gesù.

Prima di Francesco non si conoscono casi di stigmazione (il fenomeno si ripeterà con Padre Pio da Pietrelcina dal 1918 al 1968 data del suo ritorno alla casa del Padre; con la ferita d’amore dell’ostia al costato di San Carlo da Sezze ofm 1613-70). Le stimmate di Francesco avvengono quattro anni dopo che i francescani diffondono la devozione alle sette parole di Gesù in croce.

Stigma è parola greca che vuol dire “impressa pungendo con qualche cosa acuta nelle membra”, la stigmazione era il bollo impresso a servi o schiavi col ferro rovente, di conseguenza era una ferita o segno lasciato sulla pelle da una piaga cicatrizzata. La piaga era quella causata anche dai chiodi per crocifiggere e nel caso del costato dal trafitto della lancia sul crocifisso.

Tra i testimoni delle stimmate ci sono i suoi frati ma anche i cardinali, Chiara e Jacopa, ed in modo particolare Ruffino che fu infermiere ed addetto ai lavaggi dei suoi panni, Leone che lo curava con fasce e lavaggi oltre ad essere suo confessore e segretario. Ma ci fu anche chi credette ad una impostura e si rifiutò di riconoscerle. Le stimmate furono oggetto pertanto di una Bolla “Confessore Domini” di Gregorio IX il 5 aprile 1237 per affermarle. Tra il 1237 e il 1291 si ebbero ben nove bolle papali in difesa dell’autenticità delle stimmate (Alessandro IV con Bolla del 28 luglio 1259 prevedeva la scomunica per gli increduli). Fin dal XIII secolo la chiesa ha fissato la festa delle stimmate il 17 settembre (istituzione della festa del beato Benedetto XI 1303-4). La festa fu resa obbligatoria da clemente IX (1667-69) ed elevata a rito da Clemente XIV (1769-74).

Nel 1337 i francescani diffondono la devozione alle cinque piaghe e nel 1342 istituiscono la via crucis nelle chiese dell’Ordine (San Leonardo da Porto Maurizio ofm 1676-1750 apostolo della via crucis la porterà all’esterno delle chiese ed erige oltre cinquecento croci). San Leonardo, inoltre, devoto mariano promuoveva il culto dell’Addolorata, tanto che nella coroncina dei sette dolori della Madonna si dice: “Santa Madre, voi fate che le piaghe del Signore e i vostri gran dolori, siano impressi nel mio cuore”.

La stampa e l’arte hanno dato un grande contributo alla diffusione del culto delle stimmate, tra gli artisti ricordiamo Giotto (*), Bonaventura Berlingheri, Pietro Lorenzetti, Andrea Della Robbia, Jan Van Eyck, Tiziano, Paul Bril, Antoniazzo Romano, Caravaggio, Domenichino, Rembrandt, Gerolamo Pesci, Ivan Mestrovic, ect.

Stimmate di San Francesco - Gentile da Fabrianojpg
«Stimmate di San Francesco - Gentile da Fabriano - 1415»

Le stimmate sono presenti anche nell’araldica, vedi lo stemma del cardinale Umberto Betti ofm (1922-2009 sepolto alla Verna); lo stemma delle Brigidine è un quadripartito in cui le stimmate sono raffigurate con tre gocce di sangue per ogni ferita, per un totale di quindici o il titolo della congregazione delle sacre Stimmate detti Stimmatini, oltre la rappresentazione cinematografica che ci trasmette le percezioni. La Sindone è una presenza e testimonianza silenziosa ma potente delle stimmate.

Alle stimmate sono state intitolate strade, chiese, conventi e confraternite. La Confraternita delle SS. Stimmate di San Francesco a Roma, approvata da Clemente VIII nel 1504 ed elevata da Paolo V ad arciconfraternita ha una storia lunga e gloriosa. Ad essa furono iscritti personaggi illustri della nobiltà, della cultura del clero e della curia romana, fra cui numerosi porporati ed alcuni pontefici. La prima sede fu a San Pietro in Montorio sotto la direzione dei francescani, poi a seguito del crescente numero di iscritti, dal 1715 nella chiesa omonima delle SS. Stimmate. In essa furono collocate reliquie insigni, tra cui quella del sangue di Francesco portate in processione in un reliquiario. La chiesa abbellita da opere richiamano i santi francescani, e ovviamente Francesco stigmatizzato, tra l’altro, la sala dell’oratorio è detta sala delle Stimmate. Qui venne il beato Pio IX per il perdono di Assisi e la promulgazione della canonizzazione di San Leonardo da Porto Maurizio. Oggi la chiesa è affidata ai Missionari di Maria.

Tra i devoti delle piaghe di Gesù c’è Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe (1715-91) del OFS che ne prende il titolo e suor Maria Marta Chambron (1841-1907) che afferma in modo chiaro ed ispirato che: “Le sante Piaghe santificano ed assicurano il progresso spirituale, salvano il mondo ed assicurano la buona morte”. 

In occasione del VII° centenario delle Stimmate, Pio XI scrisse una lettera al cardinale protettore dell’Ofm e Giovanni Paolo II nel giubileo francescano scrisse una preghiera nella Cappella delle Stimmate.

Alla Verna fu eretto una cappella dal conte-podestà di Arezzo Simone I Guidi nel 1263-4 consacrata nel 1310 ed oggi il santuario è meta di pellegrinaggio.

Preghiera di San Giovanni Paolo II alla VERNA

O San Francesco, stigmatizzato de La Verna,
il mondo ha nostalgia di te quale icona di Gesù crocifisso.
Ha bisogno del tuo cuore aperto verso Dio e verso l'uomo,
dei tuoi piedi scalzi e feriti, delle tue mani trafitte e imploranti.
Ha nostalgia della tua debole voce,
ma forte della potenza del Vangelo.
Aiuta, Francesco, gli uomini d'oggi
a riconoscere il male del peccato
e a cercarne la purificazione nella penitenza.

Aiutali a liberarsi dalle stesse strutture di peccato,
che opprimono l'odierna società.
Ravviva nella coscienza dei governanti
l'urgenza della pace nelle Nazioni e tra i Popoli.
Trasfondi nei giovani la tua freschezza di vita,
capace di contrastare le insidie delle molteplici culture di morte.
Agli offesi da ogni genere di cattiveria
comunica, Francesco, la tua gioia di saper perdonare.
A tutti i crocifissi dalla sofferenza, dalla fame e dalla guerra
riapri le porte della speranza.

Amen



Letture consigliate

Bianchi N. (a cura di), Considerazioni sulle stimmate di san Francesco, Stilo, Bari, 2013

Frugoni C., Francesco e l’invenzione delle stimmate. Una storia per parole e immagini fino a Bonaventura e Giotto, Einaudi, Torino, 1993

Facchinetti V. ofm, Le Stimmate di S. Francesco d'Assisi nel VII Centenario del grande miracolo (1224-1924), Casa Editrice S. Lega Eucaristica, Milano, 1924

Gemelli A. ofm, Le affermazioni della scienza intorno alle stimmate di San Francesco, Studi Francescani, Milano, 1924

Schmucki O., The Stigmata of St. Francis of Assisi. A Critical Investigation in the Light of Thirteenth-century Sources, Franciscan Institute, St. Bonaventure University NY, 1991

Mencherini S. ofm, Codice diplomatico della Verna e delle SS. stimate di S. Francesco d'Assisi nel VIIo centenario del gran prodigioSaturnino Mencherini, Firenze, 1924

Saturnino F. da Caprese ofm, L'addio di S. Francesco alla Verna secondo Frate Masseo e un' antica relazione intorno all' indulgenza della Porziuncula, Tipografia Successori Vestri, Prato, 1901

AA.VV., Il Fatto delle Stimmate di S. Francesco. Atti della tavola rotonda tenuta alla Porziuncola di Assisi il 17 settembre 1996, Edizioni Porziuncola, Assisi, 1997


(*) In copertina Giotto, San Francesco riceve le stimmate, Basilica superiore d'Assisi